In genere quando si sta costruendo la propria startup non si pensa a potenziali investitori, ma al bisogno o problema che la nostra idea è in grado di risolvere.

E’ solo in una fase successiva, quando si comincia a comprendere che uno sviluppo più rapido e la crescita della startup passano attraverso consistenti iniezioni di liquidità, che si comincia a pensare agli investitori, cercando di rendersi quanto più attraenti agli occhi degli stessi.

In realtà, se l’idea è quella di non restare nel garage, ma di riuscire a rendere scalabile il business a livello globale, forse è meglio guardarsi attorno fin dall’inizio, per capire verso quali settori saranno più orientati a investire i business angels.

Tornando un attimo indietro, questi settori sono spesso proprio quelli dove si concentrano maggiormente i bisogni e le esigenze della maggior parte delle persone o delle aziende del mondo.

Paul Graham, co-founder di Y-Combinator, uno degli incubatori più famosi del pianeta, ha individuato 22 settori in piena espansione, racchiusi nell’infografica che apre questo post. Proviamo a guardarli con più attenzione, soffermandoci su quelli che, a nostro parere, potrebbero essere preferibili.

1. Il mondo ha bisogno di energia

Non è un caso che l’energia occupi il primo posto nell’infografica. Un pianeta che consuma sempre più risorse ha sempre più bisogno di energia e quelle fossili sono progressivamente destinate (finalmente) a lasciare il posto a quelle alternative e rinnovabili.

La sfida più grande per le startup è nell’individuare nuove modalità per sfruttare al meglio le rinnovabili e, contemporaneamente, metodologie in grado di abbassare i costi energetici, per le imprese in primis e per le famiglie in secondo luogo.

Sistemi economici e performanti, in grado di rendere tutti noi (e le nostre imprese) energeticamente autosufficienti, saranno i benvenuti.

2. L’intelligenza artificiale deve diventare…più intelligente

Rendere l’intelligenza artificiale…ancor più intelligente!

Si tratta di sviluppare sistemi in grado di emulare in maniera più marcata il cervello umano, che consentano così di limitare l’intervento degli uomini, automatizzando funzioni e scelte per le quali oggi non si riesce ancora a semplificare più di tanto il lavoro di ognuno di noi.

Pensiamo a sistemi in grado sempre più di apprendere determinate scelte umane per poi riprodurle in modo automatico.

3. eHealth e farmaceutico: la salute prima di tutto

L’interazione fra tecnologia e scienza sta rendendo sempre più semplici ed economiche attività che fino a poco tempo fa era impensabile realizzare senza un contatto diretto fra paziente e medico.

Invece oggi è già possibile eseguire esami a distanza – come per esempio l’elettrocardiogramma – semplicemente recandosi in farmacia. Ci aspettiamo che questo e altri esami siano possibili a breve anche direttamente da casa, sfruttando il proprio smartphone e qualche accessorio economico.

E poi la grande sfida della prevenzione non invasiva. Oggi solo per poter diagnosticare in modo certo una patologia sempre più diffusa come  la celiachia è necessario un esame molto invasivo: la gastroscopia con biopsia intestinale. Non certo una passeggiata…

E ancora i farmaci, in grado di curare sempre più malattie, anche quelle meno comuni, nonché di migliorare i risultati per quelle già note. Prevenzione a parte, sappiamo tutti quanti come la lotta contro il cancro sia sicuramente una delle più sentite a livello mondiale.

4. Formazione avanzata, economica e alla portata di tutti

Uno dei grossi limiti verso il progresso è costituito dall’educazione e dalla formazione, ancora non accessibili ai più, che rendono sempre più marcate le diseguaglianze a livello mondiale.

Poter frequentare una qualsiasi Università – anche le migliori al mondo – a distanza; scegliere i corsi più interessanti e di maggiore qualità sfruttando i feedback degli studenti; accedere a tantissima formazione (anche non universitaria) attraverso il web. Sono sfide ormai a portata di startupper. Bisogna soltanto lavorare costantemente per annullare distanze che ormai esistono solamente nell’apparato burocratico e non certo nel mondo tecnologico.

5. Eliminare la fame nel mondo

E’ assurdo che con tutto lo spreco che esiste ci siano ancora miliardi di persone che non riescono a sopravvivere per mancanza di cibo. Internet ha annullato le distanze e rende possibile conoscere realtà nascoste e molto lontane.

Lavorare sulle innovazioni che consentano di coltivare terreni in zone impervie ovvero di trasportare là il cibo che in altre parti del mondo viene buttato via, così come la desalinizzazione dell’acqua.

Sono obiettivi che devono diventare un must per chi vuole fare impresa a livello globale, unendo all’innovazione la componente sociale alla base di alcuni dei più grandi successi imprenditoriali.

6. Innovare la Pubblica Amministrazione e i Governi

Non  si può pretendere che lo facciano i politici, poco inclini al cambiamento. Questa innovazione deve nascere dai cittadini, dagli imprenditori, dagli studenti e da tutti coloro i quali hanno davvero a cuore le loro città e nazioni.

Oggi si parla tanto di “civic crowdfunding” e lo si presenta come uno dei segmenti in maggiore ascesa e con maggiori potenzialità negli anni a venire. Non deve diventare però la scusa per coprire falle create da amministratori inetti e poco onesti.

Occorre che la gente doni i suoi soldi per realizzare innovazione sociale, per rendere le città più smart, per migliorare i servizi e questo può farlo anche senza un coinvolgimento degli amministratori locali.

Per certi versi si tratta di una scelta obbligata, che va imposta in nome di una maggiore efficienza e del progresso a cui ineluttabilmente deve piegarsi, prima o poi, ogni realtà locale.

7. Migliorare la vita delle persone e delle aziende

Facilitare le attività quotidiane di ognuno di noi; abbattere i tempi che riducono l’efficienza lavorativa e provocano stress; rendere più veloci ed efficienti i trasporti, magari anche con l’integrazione fra sistemi di rilevamento del traffico e circolazione stradale.

In un mondo iperconnesso poter trovare facilmente un parcheggio o sapere quale strada percorrere per poter raggiungere più velocemente l’altra parte della città è una battaglia che va vinta, ne va della salute e del benessere di tutti!

E poi ci sono le aziende, che hanno bisogno di produrre beni e servizi in modo più veloce ed efficiente, capire rapidamente che cosa va corretto all’interno dei processi produttivi, innovandoli e rendendo inoltre più fluide le attività routinarie.

Ci sono ancora tante, troppe attività aziendali interne ripetitive, che vengono svolte da uomini che sprecano in tal modo gran parte del loro tempo, perdendo la lucidità necessaria per compiere quelle dove invece l’intelligenza umana non è ancora sostituibile.

Fare tutto questo con software dedicati, in grado di rendere da un lato più efficiente l’attività ordinaria, dall’altro più economica la stessa, non può che essere particolarmente gradito da tutti. E il mercato è pressochè infinito!

8. …c’era una volta la televisione. Ora comanda Youtube!

Fino all’avvento di Youtube e delle smart tv, per poter avere notorietà e successo occorreva passare tramite qualche breve apparizione televisiva.

Da qualche anno a questa parte esistono ormai celebrità create dalla Rete, nate su Youtube e rese famose dalla viralità dei social media. Tutto questo senza l’utilizzo delle grandi risorse finanziarie necessarie per promuovere qualsiasi cosa tramite un canale televisivo e, sempre più spesso, senza muoversi da casa.

Oggi se volessimo ad esempio realizzare un programma dedicato agli startupper, per creare la nostra web tv ci basterebbe un semplice smartphone evoluto e una connessione Internet, consentendoci di raggiungere spettatori in ogni parte del globo. Questo anche e soprattutto per via della sempre crescente interazione fra tv e Internet.

Ma visto che è possibile scovare talenti in ogni parte del mondo utilizzando web e video, è comunque necessario adottare sistemi e software in grado di semplificare queste ricerche, oggi mediate dalle capacità e dai limiti che mostrano i motori di ricerca di Youtube e Google.

Anche in questo caso è aperta la caccia all’innovatore in grado di trovare il prossimo Messi scandagliando i video sparsi per il web!

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