Finanziamenti per tutte le Startup italiane
La nuova versione dello Smart&Start, il bando di Invitalia diretto a finanziare le startup innovative, cambia completamente volto. Una delle principali novità riguarda l’apertura verso tutto il territorio nazionale, senza più la riserva che lo vedeva favorire le startup del Sud Italia.
I principali destinatari sono le startup innovative che non sono costituite da più di 48 mesi e che hanno un valore della produzione non superiore ai 5 milioni di euro. Ovviamente, trattandosi di “startup innovative” devono esserlo nella sostanza. Ciò vuol dire che occorre possedere il requisito cardine per poter essere iscritti nello speciale registro dedicato: “offrire prodotti o servizi ad alto valore innovativo e tecnologico“.
Il bando prevede che possano accedere anche coloro i quali non si siano ancora costituiti in forma societaria (ricordiamo che è obbligatorio essere costituiti come società di capitali per poter essere iscritti nell’apposito registro e ottenere il riconoscimento di startup innovativa), ma questa ipotesi la scarteremmo per alcuni motivi che vedremo successivamente.
Quali attività sono ammesse
Come abbiamo anticipato, per poter essere “innovativi” bisogna creare prodotti o servizi che rispondano a questo fumuso requisito. Fumoso perchè la legge si limita a specificare che il servizio o il prodotto innovativo deve essere “ad alto valore tecnologico”, ma questo vuol dire tutto e niente, lasciando quindi alle interpretazioni più varie la precisazione del concetto.
C’è però un aiuto che viene sempre da una legge non proprio perfetta. Chi decide che si è una “startup innovativa” – almeno al momento dell’iscrizione nel registro delle imprese – è l’amministratore della stessa (come organo operativo della startup, non come unico in grado di deciderlo, soprattutto se si tratta di una persona che non è nemmeno socio della startup, come può anche essere).
Lo Smart&Start, a sua volta, non si discosta granchè da queste espressioni romantiche, ribadendo che i beni o servizi devono caratterizzarsi “per il forte contenuto innovativo o tecnologico”; che si può trattare di “prodotti, servizi o soluzioni nell’ambito dell’economia digitale”; che si basano sulla “valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca)”. In quest’ultimo caso, leggendo l’espressione usata, ci capiamo qualcosa in più.
Certamente usare espressioni e termini che difficilmente si possono racchiudere entro confini precisi finisce per lasciare ampio spazio al potere discrezionale di chi deve decidere se finanziare o meno un progetto. Il che va più che bene quando si tratta di finanziamenti privati, ma molto meno quando i soldi sono pubblici. Ci saremmo aspettati una maggiore precisione, anche per evitare di ingolfare chi deve valutare le domande, con notevole aumento dei tempi di finanziamento.
Che cosa finanzia
L’importo del finanziamento richiesto non può essere inferiore ai 100.000 euro e superiore a 1 milione e mezzo di euro. Con questi soldi, sicuramente non pochi, è possibile acquistare macchinari, impianti e attrezzature tecnologiche, ma anche brevetti, licenze, know-how e consulenze specialistiche.
Rientrano fra le spese ammissibili anche quelle gestionali, che riguardano quindi personale, dipendenti e collaboratori; le licenze per brevetti o altri titoli di proprietà industriale; i costi sostenuti per servizi di accelerazione; leasing e interessi per finanziamenti esterni. Tutte le spese previste dovranno essere sostenute entro 2 anni dalla stipula del contratto di finanziamento.
In che cosa consistono le agevolazioni finanziarie
Chiariamo un aspetto che forse ancora molti ignorano o non hanno compreso appieno. Il nuovo Smart&Start ha in comune con il vecchio bando soltanto il nome. In questo caso non c’è quota erogata a fondo perduto, tranne che per le startup del Sud e quelle della zona de L’Aquila, dove si arriva a prevedere una quota in tal senso pari al 20% del finanziamento ottenuto.
Si tratta quindi di un finanziamento a tasso zero, un prestito in buona sostanza, come quelli che possono concerderti (se ne trovi disponibili…) le banche, solo che in questo caso hai ben 8 anni per restituire la somma e non paghi interessi.
Facendo i conti della serva, se hai bisogno di 100.000 euro nella maggior parte dei casi ne ottieni 70.000 e devi metterne di tasca tua altri 30.000 (per Invitalia puoi anche trovare dei co-finanziatori e la cosa è vista di buon occhio), quindi direttamente oppure tramite un Business Angel che voglia sfruttare insieme a te la leva finanziaria che si viene a generare.
Ulteriori agevolazioni previste
La startup che è costituita da meno di 12 mesi ha diritto anche ad un servizio di “tutoring tecnico-gestionale”. Sembrerebbe che Invitalia si sia preoccupata delle startup più giovani. Visto che i soldi che gli danno non sono a fondo perduto, cercano di farglieli spendere meglio di come protrebbero fare da soli.
Sicuramente ci sono dei servizi assolutamente essenziali e spesso sottovalutati dalle startup nelle fasi iniziali di vita, in cui si è concentrati moltissimo sul prodotto/servizio e sul suo migliore sviluppo dimenticandosi magari della comunicazione e del marketing. In questo caso, invece, si avranno a disposizione esperti che guideranno gli startupper soprattutto nella pianificazione finanziaria, nel marketing, nella gestione dell’innovazione e nella fase organizzativa.
Come sfruttare al meglio lo Smart&Start
E’ bene innanzitutto chiarire che questo bando, nonostante sia aperto anche a chi la sua startup non l’ha ancora costituita è vivamente sconsigliato – a nostro parere – a questa categoria di startupper. Diversamente da quanto avveniva con il precedente bando qui i soldi sono “prestati” e devono essere restituiti, seppur in tempi non brevissimi.
Nascere avendo già un bel debito addosso – visto che parliamo di non meno di 100k – vuol dire dover rincorrere chi è già in una fase più avanzata ed ha avuto meno ansie nel confrontarsi con un angel che vuole sicuramente che le cose vadano per il meglio, ma se vanno male ha perso i soldi che ha scommesso e tutto finisce così.
Quindi meglio essere già in una fase avanzata del progetto, magari con qualche centinaio di migliaio di euro di investimenti privati in groppa e sfruttare i soldi dello Smart&Start come leva finanziaria. Anche perchè ci sono delle voci di spesa ammissibili che più si prestano a chi è già strutturato, come per esempio quelle dedicate a dipendenti, collaboratori, brevetti/licenze, macchinari e addirittura interessi su finanziamenti esterni.
Come puoi farti aiutare da Startup Club
Startup Club è un’associazione che ha messo al centro del suo progetto il capitale umano, sia come professionisti associati, sia come startup da supportare nella fase di sviluppo. Proprio perchè la nostra è una mission sociale vogliamo sceglierci reciprocamente con gli startupper, puntando sui progetti che maggiormente ci convincono, nello stesso modo in cui fa un Business Angel o un fondo di VC.
Per lo Smart&Start mettiamo a disposizione degli startupper alcuni dei migliori professionisti in finanza agevolata, di elevato spessore anche sotto il profilo umano, aspetto non secondario. Con il nostro aiuto le startup potranno individuare il piano di investimenti più adeguato alla loro dimensione e alle loro ambizioni, predisporre la documentazione per la partecipazione al bando ed essere supportate anche nella fase successiva, nel caso in cui ottengano i fondi.
Non siamo una società di consulenza finanziaria, per cui il nostro obiettivo, come già detto poc’anzi, non è quello di far ottenere soldi alle startup e basta, ma aiutarle ad avere successo, mettendo in campo alcuni dei nostri migliori professionisti soprattutto nella delicata fase in cui i soldi occorre spenderli, facendoli fruttare al meglio.