Startup innovative e crowdfunding, il tema del momento di cui si è discusso anche a Taranto durante la tavola rotonda organizzata dall’Unione dei Giovani Dottori Commercialisti presso la locale sede della Facoltà di Giurisprudenza.

Una tematica che implica un approccio completamente nuovo da parte di tutti gli stakeholder e dei professionisti in particolare, chiamati ad occupare un ruolo nuovo e strategico nel processo di creazione e sviluppo imprenditoriale, diventando sempre più i “mentor” dei loro clienti, guidandoli così in un percorso che può diventare virtuoso e ricco di soddisfazioni se affrontato nel modo giusto.

Il presidente dell’Unione dei Giovani Commercialisti di Taranto, Maurizio Maraglino, moderatore dell’evento, ha insistito sulla necessità di “creare valore”, sia nell’approccio professionale di una categoria che non può più soltanto occuparsi delle vicende fiscali delle imprese; sia in relazione al percorso che devono intraprendere le stesse imprese e le startup, perchè il loro successo è legato proprio al valore che il loro prodotto/servizio riesce ad offrire ad una platea più o meno ampia, intesa ormai in senso globale.

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Le banche nel processo di crescita delle startup

Si è parlato anche delle banche e del loro ruolo nel processo di creazione e sviluppo delle startup, vista la partecipazione di Emanuele di Palma, direttore generale della BCC di San Marzano, impegnata a dare il suo contributo per lo sviluppo del territorio.

Di Palma ha tenuto a precisare che le banche hanno vincoli che condizionano l’azione di sostegno alla nuova imprenditoria, per cui non possono trasformarsi in fondi di venture capital, sia perchè non risponde al loro ruolo, sia perchè le stesse normative non lo consentono. Ma ciò non significa essere distanti dalle esigenze degli startupper.

Il ruolo della banca diventa quindi importante nella fase di sviluppo e di crescita della startup, più che in quella di lancio, perchè in quel momento vi è la possibilità di finanziare un progetto interessante anche sfruttando le agevolazioni derivanti dal Fondo di Garanzia statale, che consente di coprire il prestito bancario fino all’80% del suo valore, superando le note resistenze del settore verso il rischio legato ai progetti innovativi.

Il programma di accelerazione della LUM per consolidare le startup pugliesi sul mercato

Di grande interesse l’intervento del pro rettore dell’Università LUM Jean Monnet, Antonello Garzoni, che ha evidenziato alcune esigenze delle startup che sono sul mercato da qualche anno, le quali necessitano dello slancio necessario per spiccare il volo.

L’occasione è data dal programma di accelerazione che l’Università LUM – rappresentata all’evento dal prof. Garzoni – ha ideato. Esso viene incontro alle esigenze manageriali delle startup innovative pugliesi già costituite e quindi in una fase più avanzata rispetto a chi parte da zero.

Sicuramente, in entrambi i casi – startup in fase di avvio e startup in fase avanzata – occorre una formazione adeguata all’obiettivo, ma le seconde hanno bisogno per lo più di un apporto manageriale che consenta loro di affrontare e raggiungere più velocemente i mercati di sbocco, affinando il modello di business e sviluppando il network.

In questa fase di crescita l’apporto degli esperti manager d’impresa, l’esperienza e la consulenza strategica diventano fondamentali per evitare che un bel progetto possa naufragare a causa dell’inesperienza e di competenze interne non del tutto allineate con gli obiettivi e con le prospettive aziendali. Si tratta quindi di trasformare i progetti più interessanti in aziende strutturate. Una fase in cui accompagnare le startup con mentorship, fundraising e networking per far loro spiccare il volo.

Le startup come opportunità di crescita per le PMI del territorio

Le oltre 3200 startup innovative iscritte nell’apposita sezione del registro delle imprese rappresentano una grande occasione di rinnovamento dell’imprenditoria italiana e non possono essere ricondotte soltanto all’iniziativa di qualche brillante laureato stanco di aspettare opportunità che ormai non arrivano più da nessuna parte.

Le startup rappresentano già oggi una via di fuga per il rinnovamento e il rilancio delle PMI, in attesa che la riforma ormai in dirittura d’arrivo apra le porte delle agevolazioni anche alle PMI innovative.

In tal senso, Daniele Virgillito, dottore commercialista e segretario dell’UNGDCEC di Catania, suggerisce una lettura della normativa sulle startup come opportunità per il passaggio generazionale delle PMI e come possibilità di diversificazione dell’attività tradizionalmente svolta.

Un’idea sicuramente interessante, perchè la possibilità di attuare il passaggio generazionale con la creazione di una startup che diventi banco di prova per gli eredi dell’imprenditore consente di raggiungere diversi obiettivi.

Innanzitutto si separa l’attività gestionale e organizzativa paterna da quella dei figli, che potranno così gestire una loro impresa con l’apporto dei genitori quali “angels”, sia sotto il profilo finanziario che manageriale.

Inoltre, questa prospettiva consente ai figli di mettere in campo competenze nuove maturate attraverso esperienze di studio e stage in Italia e all’estero, all’interno però di una loro impresa, con la possibilità di esprimersi più liberamente e di commettere qualche errore senza pregiudicare quanto costruito dai genitori con l’azienda di famiglia.

Altro interessante utilizzo della startup innovativa per la PMI può essere quella di aprirsi a nuovi mercati e a settori poco battuti ma speculari a quelli principali.

Le agevolazioni esistenti e in via di ampliamento – sia normative che fiscali – consentono più facilmente di misurarsi con realtà ad alto impatto digitale e tecnologico, bypassando anche il rischio di fallimento, che la legge sulle startup ha evitato per questo tipo di imprese, eliminando un “segno” capace di pregiudicare il futuro imprenditoriale di chi ha avuto il coraggio di rischiare ma non è riuscito ad ottenere i risultati sperati.

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