Le startup e le PMI innovative offrono oggi nuove e interessanti opportunità, che possono essere diversamente sfruttate da professionisti, manager, imprenditori e investitori.

Se n’è parlato a Bari il 13 maggio in occasione del seminario “Startup e PMI Innovative: nuove opportunità professionali e di investimento“, evento organizzato presso la locale Camera di Commercio da  Federmanager Puglia in collaborazione con Startup Club e AIDP Puglia.

Il ruolo di Federmanager per le startup

Il presidente di Federmanager Puglia, l’ing. Vincenzo Marucci, è stato protagonista del primo intervento della giornata, in cui ha chiarito innanzitutto il ruolo di Federmanager come sindacato dei dirigenti d’azienda, per poi individuare l’apporto concreto che la Federazione può dare alle startup, soprattutto attraverso l’esperienza e le competenze dei manager che ne fanno parte.

Vincenzo Marucci, presidente Federmanager Puglia

Vincenzo Marucci, presidente Federmanager Puglia

In particolare, ci si è soffermati sulla figura del “business coach”, oggi sempre più richiesta dal mercato.

Il business coach si pone, con la sua esperienza e competenza, come guida capace di garantire un approccio manageriale al business, migliorando e completando altresì le competenze del team aziendale, nonchè aiutando a sbloccare e massimizzare il potenziale di cui dispone l’azienda in termini di capitale umano.

Con l’aiuto del business coach l’azienda riesce a prendere decisioni strategiche, a risolvere problemi che sono distanti dalle competenze del team e a raggiungere più agevolmente gli obiettivi prefissati, proprio perchè il coach, come esperto esterno alla compagine societaria e alla sua governance, riesce a valorizzare maggiormente il potenziale di ciascuno.

Oggi però i manager sono chiamati ad una nuova sfida nei confronti delle startup, come investitori di capitali e di competenze. E’ il ruolo del business angel, sempre più importante e strategico in queste nuove realtà imprenditoriali.

Il business angel è al contempo un mentor e un advisor, una sorta di “padrino”, in senso positivo, della startup. Capace con le sue competenze – unite a capitali che è in grado di investire e al network che è capace di attivare – di far decollare in maniera rapida business innovativi come quelli che caratterizzano questo segmento.

Cosa prevede la normativa: opportunità e agevolazioni

La seconda parte è stata dedicata alla normativa su startup e PMI innovative, illustrata dall’avv. Stefano Narducci, presidente di Startup Club, che ha evidenziato le peculiarità delle norme commentate, fin dal loro incipit.

Stefano Narducci, avvocato e presidente Startup Club

Stefano Narducci, avvocato e presidente Startup Club

Si tratta, infatti, di uno dei rari casi in cui il legislatore ha chiaramente indicato la finalità della normativa, dirette a sostenere la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e la nuova imprenditorialità.

Ci si è soffermati sulle definizioni normative e, in particolare, su quella di startup innovativa, che il legislatore ha qualificato come la società avente come oggetto esclusivo o prevalente “lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico“, a cui si aggiungono i requisti alternativi: a) dell’investimento in ricerca e sviluppo; b) dell’impiego di ricercatori, dottori di ricerca o dottorandi ovvero soci e collaboratori in possesso di laurea magistrale; c) della titolarità di brevetti, privative industriali o software registrati.

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Una delle maggiori difficoltà per l’interprete consiste proprio nell’esatta individuazione di ciò che appartiene alla sfera dell’innovazione ad alto valore tecnologico, categoria non sufficientemente circoscritta dal legislatore, che ha già creato diversi problemi e divergenze fra Camere di Commercio e startupper.

Un intervento chiarificatore potrebbe magari evitare problematiche future, visto che l’amministratore della startup o PMI innovativa assume una precisa responsabilità legale nel momento in cui dichiara che la sua startup ha i requisiti previsti dalla legge.

Ci si è poi soffermati, concludendo l’intervento dei soci di Startup Club, con l’aiuto del dott. Fabio Buongiorno, commercialista esperto di finanza d’impresa, sulle agevolazioni previste dalla normativa vigente.

Fabio Buongiorno (a sinistra), commercialista e resp. finance Startup Club

Fabio Buongiorno (a sinistra), commercialista e resp. finance Startup Club

In particolare si tratta del credito d’imposta del 35% per l’assunzione di personale altamente qualificato; della possibilità di ottenere una detrazione o deduzione fiscale di almeno il 19% sugli investimenti in startup e PMI innovative; della prossima costituzione (si attendono le determinazioni ministeriali) delle startup innovative con modello predefinito dal MISE e con sola firma digitale, senza necessariamente l’intervento di un notaio; delle interessanti deroghe al diritto societario, che consentono di poter applicare il work for equity e gli strumenti finanziari partecipativi, sia a favore di dipendente e collaboratori, sia per gli stessi professionisti esterni alla compagine societaria, con notevoli vantaggi per le startup.

Startup e PMI innovative, come cambia il lavoro

E’ toccato alla dott.ssa Marcella Loporchio, consigliera di AIDP Puglia, approfondire la tematica del lavoro in questa nuova tipologia di imprese.

La brillante professionista ha voluto evidenziare come le agevolazioni in materia di contratti di lavoro, con termini e condizioni più favorevoli alle startup e PMI innovative rispetto alle imprese che non rientrano in tale segmento, non devono essere intese nell’ottica elusiva spesse volte fatta propria dai datori di lavoro.

Marcella Loporchio, consigliere AIDP Puglia

Marcella Loporchio, consigliere AIDP Puglia

Piuttosto sono da considerare agevolazioni che tengono conto che si tratta di imprese caratterizzate da un più elevato rischio di fallimento (in senso atecnico) e da minori risorse disponibili, motivo per cui la tipologia di contratti a tempo determinato diventano protagonisti.

Altra agevolazione, che tende a legare e fidelizzare dipendenti e collaboratori sono le stock option e i piani di incentivazione previsti dalla normativa, che consentono di abbinare al trattamento retributivo fisso una parte variabile, costituita proprio dai diritti d’opzione su quote di capitale, da strumenti finanziari partecipativi e dalla possibiità di convertire parte della prestazione lavorativa in equity.

Interessante opportunità, anch’essa trattata nel corso dell’intervento, quella dell’equity crowdfunding, vale a dire la possibilità di vendere quote di partecipazione societaria attraverso portali web autorizzati dalla Consob. Un’opportunità però ancora poco praticata per via di alcune forti barriere normative e burocratiche.

BackToWork24 a supporto delle startup e PMI

BackToWork24, società del gruppo facente capo al Sole24Ore, è stata anch’essa protagonista della serata attraverso il responsabile del Centro Sud, il dott. Michele Caiati, che ha dedicato il suo intervento al ruolo degli investitori informali per la nascita, crescita e sviluppo di startup e PMI.

Nata dall’intuzione del compianto Carlo Bassi, manager di grande successo scomparso improvvisamente poche settimane fa, BackToWork24 ha finora investito ben 10 milioni di euro nelle PMI italiane, coinvolgendo 120 manager, che con le loro competenze e i loro soldi stanno dando una svolta importante al tessuto economico e imprenditoriale del Paese, per farlo finalmente ripartire dopo questi lunghi anni di crisi.

Michele Caiati, responsabile Centro Sud di BackToWork24

Michele Caiati, responsabile Centro Sud di BackToWork24

Recentemente BackToWork24 è sempre più impegnata nel favorire la nascita dei c.d. “Club Deal”, gruppi che mettono insieme più investitori contemporaneamente per ridurre, da un lato, il rischio dell’investimento – soprattutto nelle startup – e, dall’altro, aumentare la consistenza del capitale impiegabile in singole operazioni, che possono così arrivare o superare addirittura il milione di euro.

Ciò rappresenta una grande risorsa per le startup e le PMI del Centro Sud che adesso possono contare anche sulla collaborazione di Startup Club e BackToWork24 per l’individuazione di capitale di rischio da investire nei progetti più interessanti.

Unicredit e il ruolo delle banche per la crescita di startup e PMI innovative

Anche Unicredit ha partecipato al seminario con il dott. Antonio Riccio, che ha raccontato il grande successo della call 2015 Unicredit Start Lab nel Sud Italia, con ben 136 startup iscritte e l’ampia partecipazione degli startupper alla tappa barese organizzata da Startup Club, che ha supportato 9 startup nella presentazione dei loro progetti e dei rispettivi business plan.

Antonio Riccio, Stakeholder & Territorial Development di Unicredit

Antonio Riccio, Stakeholder & Territorial Development di Unicredit

Ma Unicredit si mostra particolarmente attiva nel supporto di startup e PMI in funzione dell’utilizzo del Fondo Centrale di Garanzia, che copre fino all’80% del finanziamento richiesto, il che significa poter ottenere un finanziamento bancario con valutazione basata esclusivamente sul business plan proposto e quindi sulle prospettive di sviluppo e di crescita dell’impresa proponente.

Una scommessa anche per la banca, che con questo suo consistente impegno supporta finanziariamente la crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Italia.

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